03/10/2011

World GBC Congress, Toronto 2-3 ottobre 2011

Il World Green Building Council  ha celebrato il congresso annuale a Toronto (Canada)   domenica 2 ottobre 2011 e lunedì 3, prima dell’avvio dei lavori di GreenBuild,  la convention  annuale di USGBC che si tiene quest’anno al di fuori degli Stati Uniti.

 

I lavori del primo giorno si sono svolti all’interno di una torre di circa 70 piani nel centro di Toronto (Brookfield, http://www.brookfield.com/)  che ha attivato la procedura per la certificazione con LEED EB&OM e punta a ridurre del 20% i propri consumi energetici. Attorno, altre strutture  di dimensioni analoghe esibiscono pannelli che attestano che procedure di certificazione  sono in corso; in alcuni altri casi è invece visibile la nota sagoma rotonda dell’ottenuta certificazione (sempre EBOM). Sono alcuni degli 80 casi che negli ultimi mesi si sono iscritti alla gara “Green your city”.

 

Le iniziative per la riqualificazione “green” della  città sono diffusamente visibili perché sono regolarmente segnalate.  Toronto si qualifica come cornice ideale per il congresso mondiale del World GBC e per GreenBuild.

 

Alcuni dati e tendenze emersi dai lavori:

I GBC (Green Building  Council) sono un fenomeno associativo che sta conoscendo una grande diffusione a livello globale: ci sono attualmente circa 90 associazioni in altrettanti paesi, in vari stadi di sviluppo. E’ un indicatore che questa formula organizzativa viene ritenuta la più valida per promuovere la sostenibilità nell’edilizia. Sulla base di quanto raccontano i diversi GBC, in nessun paese la tendenza “green”, per quanto in continua crescita, si presenta automatica. Anche nelle realtà più avanzate (o meglio, più di tutte in queste) c’è un grande lavorio multiforme:  elaborazione, formazione, promozione, collaborazione. La cultura “green” richiede una trasformazione di schemi e approcci consolidati, il superamento di barriere di ignoranza, resistenza, disinteresse.

Collegato a questo dato generale, un altro elemento: nei paesi dove l’esperienza del GBC è più collaudata, essa è in genere riconducibile  a un forte ruolo di “catalyst” del GBC stesso  verso le rispettive realtà nazionali. Questo ruolo di catalizzatore assume le configurazioni più diverse. Vi sono casi dove il GBC opera prevalentemente con altre associazioni; in altri casi è partner delle istituzioni, in altri casi ancora di entrambi. 

 

Quest’ampia gamma di strutture relazionali e operative è a sua volta collegabile  all’evoluzione degli ambiti di intervento: dai green buildings alle green cities,  alla green economy. E’ sempre più evidente che l’edificio “green” non può essere che una unità che fa parte di un contesto più ampio, quello urbano e territoriale; e che i fenomeni coinvolti riguardano  analogamente una pluralità di dimensioni: green jobs, green procurement, green education, e così via.

 

In paesi come il Canada, l’Australia, il centro – nord Europa  dietro queste parole ci sono affermate dinamiche economiche, politiche pubbliche, ampi movimenti sociali. Proprio a Toronto opera “Civic Action” (http://www.civicaction.ca/), una associazione cui aderiscono migliaia di persone e centinaia di altre strutture che operano sul territorio, che  svolge  una molteplicità di funzioni  (promozione, elaborazione, stimolo, verifica) sui temi della “green city”.  Per dare un’idea di chi collabora a Civic Action, può essere utile scorrere l’elenco degli sponsor  o evidenziare il contributo di  una società come il BCG (Boston Consulting Group) che, come tutti,  contribuisce volontariamente pur essendosi assunta anche ruoli tipici di una struttura di supporto (cioè con staff  specialistico dedicato part-time alle attività di Civic Action).

 

Un altro dato rilevante è il peso delle politiche di green building – green cities  in tutti i paesi emergenti. Brasile, Messico, Sudafrica, Singapore, Corea: dovunque il movimento “green” sta attivando e realizzando riqualificazioni urbane e territoriale utilizzando i sistemi di rating più qualificati a livello internazionale.


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